Un’esperienza manageriale, la sua, partita dal basso e arrivata fino ai vertici. Un intuito naturale per tutto ciò che riguarda la meccanica, i processi industriali, la produzione. Doti che Stefano Roncelli, 72 anni, ha scelto di mettere a disposizione gratuitamente, ormai da 4 anni, di Koinè Assemblaggi di Valore.
Lui è un socio volontario, ha a cuore la cooperativa e le persone che ci lavorano. La sua presenza ha segnato un importante capitolo nella crescita e nello sviluppo di Koinè.
Con il suo background nel settore dell’industria e una fervente passione per l’innovazione, Roncelli supporta la missione della coop e la sua collaborazione è stata fondamentale per avviare nuovi processi di industrializzazione all’interno della struttura.
Si deve a lui il contatto con la start up Springa Srl, che ha progettato il robot Goliath, una innovativa macchina utensile a controllo numerico per la lavorazione di superfici piane. Nel 2019 Koinè ha iniziato a realizzare il prototipo per giungere, nel 2021, a completare la fase di industrializzazione del prodotto, alla quale sono seguite le fasi di montaggio, collaudo, logistica e tracciabilità integrata.
“La collaborazione con Springa ha permesso alla cooperativa di fare un ulteriore passo di qualità – spiega Roncelli -. Da assemblaggi con un medio grado di complessità abbiamo introdotto un prodotto con operazioni più complesse richieste dai processi necessari per realizzare e collaudare il robot. Con grande professionalità i responsabili di produzione sono riusciti a formarne alcuni ragazzi e, grazie alle loro capacità, siamo ora in grado di creare questo nuovo prodotto, con piena soddisfazione nostra e del cliente”.
Stefano ha iniziato la sua carriera lavorativa quando era molto giovane: “Dopo la scuola media mi sono presentato alla Gildmeister ma non mi hanno preso perché ero troppo giovane. Così ho iniziato il primo anno di professionale al diurno e, dopo essere stato assunto dall’azienda come operaio tornitore meccanico, ho terminato la scuola frequentando i corsi serali. Completato il professionale, sempre al serale ho fatto la maturità all’Esperia e sono uscito con 60/60. Mi sarebbe piaciuto fare l’università ma ormai era troppo tardi”.
Nel 1969 Roncelli si è spostato alla N&W Global Vending dove ha ricoperto diversi incarichi ed ha avuto l’opportunità di conoscere numerose macchine utensili necessarie per realizzare gli stampi e le attrezzature di produzione. Dopo gli studi ha smesso i panni di operaio per indossare la giacca e la cravatta: l’hanno infatti spostato all’ufficio tecnico dell’industrializzazione, dove progettava le attrezzature e sistemi di produzione. Successivamente come tecnico in Controllo Qualità effettuava, nei reparti, i controlli necessari per il benestare di inizio produzione.
Poi è arrivata la Brembo. Lo hanno assunto per progettare macchine speciali nell’ambito della produzione. “Quando sono entrato io, nel 1979, eravamo circa 300 dipendenti. A fine 2012, quando sono andato in pensione, eravamo circa in 12mila. Ho girato vari reparti, sono stato responsabile della manutenzione, del controllo qualità, dell’industrializzazione. Dal 1996, come direttore Tecnologie Centrali, dell’Unità Prototipi e della Brembo Tools, ho viaggiato molto e in molti paesi come la Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Inghilterra, Francia, Austria, Svizzera, Germania, Cina, India, Thailandia, Singapore, Giappone, Brasile, Stati Uniti d’America e Australia. Il mio incarico era di cercare, conoscere, progettare nuovi sistemi di produzione per poi coordinare e verificare la loro messa in produzione e il loro miglioramento continuo”.
Due anni prima di godersi il meritato riposo, arriva una nuova grande soddisfazione: nel 2010 il Presidente della Repubblica gli concede la stella al merito di Maestro del Lavoro.
Stefano non riesce a vedersi nei panni del pensionato. Rallenta un po’ i ritmi, ma non se ne sta con le mani in mano. Diventa consulente per il Gruppo SCM di Rimini: “Dovevo starci circa 6 mesi, invece la mia collaborazione dura ancora oggi. Sono passati 12 anni”.
E poi è arrivata la Koinè Assemblaggi di Valore, che al manager, ha chiesto di mettere da parte la mentalità del business per puntare sulle persone. Su quelle fragili, che hanno i loro tempi, che vanno seguite, aiutate, spronate. “In Koinè la mission è un’altra rispetto al privato. Se devo essere sincero all’inizio ho fatto fatica a cambiare prospettiva, non è stato facile per me. Ma poi sono entrato in questa nuova ottica e sono molto felice di poter dare il mio contributo alla cooperativa. Nonostante tutta l’esperienza che ho maturato nella mia lunga carriera, mi sono ritrovato ad imparare qualcosa di nuovo. E di bello, come dare un’opportunità lavorativa a chi, diversamente, farebbe fatica a collocarsi. Ho conosciuto un mondo completamente diverso del mio operare dove l’importanza non è il business ma l’uomo, il fragile che ha bisogno di noi e lui ci restituisce la sua riconoscenza dimostrando il suo impegno nell’essere una persona utile per sé e per noi”.